Una Cenerentola incantata firmata da Paolo Bosisio e Domenico Franchi
Per una sorta di coazione a ripetere, accade non di rado che un direttore o un regista si sentano proporre il medesimo titolo – magari desueto o estraneo al repertorio tradizionale – più di una volta nella medesima stagione. E accettare la proposta comporta l’azzardo a fare tabula rasa di quanto si è da poco creato, per dare vita a un’opera nuova che non sia nemmeno in parte un semplice riallestimento della precedente.
Ne ha parlato recentemente Paolo Bosisio il quale, ricordando come nel recente passato gli sia stato proposto di dirigere un’opera rara come Les pecheurs de perles di Bizet da un teatro Kazako e da uno Rumeno nel medesimo anno, si è trovato nella medesima situazione per rispondere all’offerta del Teatro di Galati (Romania), dirigendo la rossiniana Cenerentola solo sette mesi dopo il debutto con il medesimo titolo in Montenegro, nel corso dell’Operosa Opera Festival.
“In questa occasione sono stato in un certo senso facilitato dal forte desiderio di rimuovere l’esperianza professionale allucinante che mi sono trovato a vivere tra Serbia e Montenegro, dove insieme al mio scenografo e costumista Domenico Franchi, e con un cast davvero fuori del comune composto per il 70% da cantanti che avevo portato con me dall’Italia e da altri paesi, ho dovuto dare vita a una Cenerentola tra inciampi, difficoltà tecniche, ostacoli e carenze, dovuti all’imperizia di gran parte degli organizzatori, accompagnata, come ovvio, da una presunzione e da un’aggressività abnormi quanto risibili”.
Ecco, dunque, Bosisio ospite del rumeno Teatrul Muzical “Nae Leonard”, affrontare il capolavoro rossiniano con la levità e l’entusiasmo di una “prima volta”. Accanto a lui lo straordinario scenografo e costumista Domenico Franchi e un cast che dell’edizione montenegrina ha ripreso i protagonisti (la brava Florentina Soare e il superbo tenore rossiniano Luigi Battistoni che ci è parso ancora più convincente di quando lo ascoltammo in Montenegro) nonché l’accattivante Clorinda di Adelina Diaconu che, nell’aria spuria del second’atto, ha dimostrato tutto il suo talento canoro, venendo a costituire un’impareggiabile coppia comica insieme alla brava Silvia Alice Nita (Tisbe) .
Accanto a loro il direttore del teatro “Nae Leonard”, Teodor Nita, ha voluto chiamare alcuni fra i migliori cantanti rumeni, per dare il dovuto rilievo all’importante premiere: Dan Popescu, esilarante Don Magnifico, Alexandre Aghenie, voce interessante per Dandini, il giovane e promettente bass-baritone Dominic Cristea (Alidoro) hanno dato prove assai convincenti sotto la direzione del maestro Mircea Holiartoc.
Evitando programmaticamente il rischio di cadere in un realismo di maniera, il regista ha scelto di abbandonarsi al piacere della fantasia, lasciando che il vissuto della fiaba filtrasse attraverso la memoria visiva della sua cultura.
La mano sapiente di Franchi ha dato corpo al concept della regia, intingendo il suo pennello negli impasti di colore e nei tagli che fanno pensare per i costumi a certo Depero, citando maliziosamente il surrealismo di Dalì in alcuni elementi della scenografia.
Bosisio ha voluto fare di Alidoro l’architetto e il motore di ogni snodo dell’intreccio, onnipresente in scena, seppure spesso invisibile ai personaggi, interessato più a punire la sciocca avidità di Don Magnifico e l’arroganza delle due sorellastre che a soddisfare i sogni della Cenerentola.
Un grande orologio scandisce le fasi della fiaba, sottolineandone l’inevitabilità schematica (come non pensare al saggio celebre di Propp?) mosso, come del resto tutti gli elementi scenici, dai quattordici coristi, autentici aiutanti magici, obbedienti ai cenni di Alidoro.
Un’elegante quintatura alla tedesca e un doppio piano praticabile rialzato su livelli diversi ampliano le
dimensioni del palcoscenico sul quale appaiono i volumi di uova e semisfere gigantesche che si aprono a ospitare di volta in volta gli ambienti evocati.
Il colore e le ombreggiature della luce disegnata dal regista in persona, come sua consuetudine, fanno il resto. E la magia è servita….
Prof. Univ. dr.Gabriel Bulancea