Teatro Pavarotti di Modena: MADAMA BUTTERFLY
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in due atti.
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
dal dramma di John L. Long e David Belasco
Musica di Giacomo Puccini
Direttore: Valerio Galli
Regia: Sandro Pasqualetto
Personaggi e Interpreti:
- Madama Butterfly (Cio-Cio-San): Amarilli Nizza
- Suzuki: Nozomi Kato
- Kate Pinkerton / La madre di Cio-Cio-San: Federica Gatta
- F.B.Pinkerton: Vincenzo Costanzo
- Sharpless: Mansoo Kim
- Goro: Luca Casalin
- Il principe Yamadori / Yakusidé: Alessio Verna
- Lo Zio bonzo: Cristian Saitta
- Il Commissario imperiale: Jin Heon Song
- L’Ufficiale del registro: Giovanni Gregnanin
- La zia: Daniela Bortolon
- La cugina: Samantha Sapienza
- Dolore: Agata Passerini
Scene e costumi a cura di Sandro Pasqualetto, Rosanna Monti
dal progetto di Christoph Wagenknecht (scene) e Catherine Voeffray (costumi)
per il centenario dell’opera
Luci: Claudio Schmid
Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro: Corrado Casati
Coproduzione
Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena
Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Sociale di Rovigo
Allestimento del Teatro del Giglio di Lucca
comunicato stampa
Va in scena venerdì 15 aprile 2016 alle 20 e domenica 17 alle 15.30 Madama Butterfly di Giacomo Puccini, ultimo titolo nella stagione lirica al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena.
Lo spettacolo è diretto nella parte musicale da Valerio Galli per la regia di Sandro Pasqualetto in una coproduzione che comprende Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno e Teatro Sociale di Rovigo.
Sempre venerdì 15 ma alle ore 17.30 la giornalista Susanna Franchi, collaboratrice del quotidiano La Repubblica, dei programmi musicali di Rai Radio 3, e caporedattrice del Giornale della Musica, incontrerà al Ridotto del Teatro (ingresso via Goldoni 1) tutto il pubblico interessato per illustrare l’opera attraverso un programma di proiezioni video.
Lo spettacolo si vedrà a Modena in un allestimento creato dal Teatro del Giglio di Lucca nel 2004 per festeggiare il centenario del titolo pucciniano e rappresentato in quell’occasione a Pisa, Sassari, Livorno, Ravenna, Trento, Bolzano, Rovigo, Parma, Berna e Toronto davanti a un totale di oltre 25000 spettatori. “Terra di scoperte, di meraviglia il Giappone – racconta Sandro Pasqualetto, regista della ripresa dell’opera -, ma anche di incomprensioni e interrogativi. Quanti testi ci riportano l’impossibilità per gli occidentali di entrare veramente in contatto con quegli uomini e donne, così diversi, imperscrutabili. Tutto passa attraverso filtri comportamentali e sociali sconosciuti ai nuovi venuti, come se ogni volto fosse un muro invalicabile, come se ogni anima fosse impossibile da cogliere, nascosta dietro schemi sociali rigidi e immutabili. Una cultura che richiede tempo, pazienza, curiosità, comprensione, condivisione. Questa somma di sensazioni è ciò che vorrei trasmettere allo spettatore; l’idea della scoperta di un mondo inintelligibile, dove le persone, prima di essere uomini o donne, sono ingranaggi di un meccanismo e componenti di una struttura sociale. Si tratta di un mondo codificato, senza emozioni apparenti o leggibili per un occidentale, dove l’unica scelta possibile per un giapponese è di essere dentro, o fuori dal sistema. Ed è qui che troviamo il nodo del dramma.”
Giunto a Nagasaki, Pinkerton, ufficiale della marina degli Stati Uniti, per vanità e spirito d’avventura si unisce in matrimonio a una geisha quindicenne di nome Cio-Cio San (‘san’ significa madama, ‘cio’, farfalla, butterfly in inglese) acquisendo al contempo, secondo le usanze locali, il diritto di ripudiare la moglie a sua discrezione. Così avviene, e dopo poco tempo Pinkerton ritorna in patria abbandonando la giovanissima sposa. Cio-Cio San, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al figlio nato nel frattempo da quelle nozze, resta ferma nella sua incrollabile fiducia del ritorno di Pinkerton. L’ufficiale torna in Giappone dopo tre anni, ma non da solo: accompagnato da una giovane moglie sposata regolarmente negli Stati Uniti, è venuto a prendersi il bambino, della cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless, per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Soltanto di fronte all’evidenza dei fatti, Butterfly comprende: la sua grande illusione, la felicità sognata accanto all’uomo amato, è svanita del tutto. Decide quindi di scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore; dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si toglie la vita con un coltello secondo l’uso giapponese.
Nell’estate del 1900, quattro anni prima del debutto dell’opera, Puccini aveva assistito a Londra alla rappresentazione del dramma che David Belasco aveva tratto da una novella dell’avvocato newyorchese John Luther Long. Nonostante la scarsa conoscenza della lingua, Puccini aveva visto nella pièce un soggetto affascinante, la cui caratterizzazione si adattava singolarmente alle proprie inclinazioni di compositore. Raffinate alchimie timbriche e continui richiami a modelli musicali orientaleggianti accompagnano il percorso psicologico della fragile geisha, dall’iniziale ingenuità al dubbio e alla dolorosa rassegnazione finale, con sensibilità e delicatezza tali da farne uno dei personaggi più umanamente e finemente caratterizzati dell’intera storia del melodramma.