VALENCIA: Anna Bolena – Gaetano Donizetti, 10 ottobre 2022 a cura di Jorge Binaghi

VALENCIA: Anna Bolena – Gaetano Donizetti, 10 ottobre 2022 a cura di Jorge Binaghi

  • 12/10/2022

ANNA BOLENA
Tragedia lirica in due atti
Libretto di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti


Direttore Maurizio Benini

Regia Jetske Mijnssen

Personaggi e Interpreti:

  • Enrico VIII Alex Esposito
  • Anna Bolena Eleonora Buratto
  • Giovanna Seymour Silvia Tro Santafé
  • Lord Rochefort Gerard Farreras
  • Lord Riccardo Percy Ismael Jordi
  • Smeton Nadezhda Karyazina
  • Hervey Jorge Franco

Orchestra della Comunità Valenciana
Coro della Generalitat Valenciana
Maestro del coro Francesc Perales

Scene Ben Baur
Costumi Klaus Bruns
Luci Cor van den Brink
Coreografie Lillian Stillwell

Nuova coproduzione Palau de les Arts, Dutch
National Opera di Amsterdam

e Teatro San Carlo di Napoli

 

 

Palau de les Arts Reina Sofia, 10 ottobre 2022


Il Palau de les Arts che nei suoi primi anni si è distinto per mettere in scena una Tetralogia wagneriana molto apprezzata ha pensato finalmente a una trilogia certo più apparente che reale ma che nel mondo lirico si è imposta come tale.

Ópera ANNA BOLENA – Donizetti Palu de Les Arts 26/9/2022 – Fotografías: Miguel Lorenzo / Mikel Ponce

Si sa, le “regine inglesi” di Donizetti (si potrebbe anche parlare di una Tetralogia con la Elisabetta  -1829 – e magari di più con la Rosmonda – 1834 -, ma così non è stato finora e non sembra che lo diventerà in futuro). Non solo per ragioni cronologiche (storiche e di cronologia nell’ordine di composizione: questo titolo è del 1830; la Stuarda appartiene al 1835 e il Deverux al 1837) è naturale che la prima (e finora la più nota) sia Anna Bolena (dal mio personale punto di vista, poi, la migliore), e così abbiamo avuto l’allestimento che viene coprodotto con la Nederlandse Opera e il San Carlo di Napoli per la regia di Jetse Mijnssen.

Ópera ANNA BOLENA – Donizetti Palu de Les Arts 26/9/2022 Fotografías: Miguel Lorenzo / Mikel Ponce

E questo è stato il punto più debole della serata. Costumi sì d’epoca (le signore molto più favorite degli uomini) di Klaus Bruns, scene asciutte di Ben Baur, luci tutto sommato soddisfacenti ma…la coreografia (sì, non lo sapevate che ci sono i balletti in quest’opera?) di Lilian Stillwell, assolutamente inadatti nella scena prima e in grande confusione con il coro, diventano ridicoli nella cabaletta finale dell’opera mentre la protagonista è sola in scena con gli altri condannati e il coro tra le quinte…non bastasse questo pare che la regista non abbia letto il libretto per quanto riguarda entrate e uscite di personaggi e coro (quest’ultimo è seduto come i giudici durante il terzetto Anna-Percy-Enrico ma se ne va prima del verdetto che viene cantato – dalle quinte ovviamente- da Hervey). L’arrivo di un Percy bendato (chissà perché, e chissà perché poi si toglie la benda) nella stessa stanza della scena prima e con il re presente è più imbarazzante del più imbarazzante dei libretti operistici. Non basta. Seymour compare ben vestita ma quando resta sola con il re (che compare prima del tempo manco a dire) subito questi la spoglia e resta in camicia di notte per il resto dell’opera (perfino nella sua cabaletta finale la candida veste nuziale le viene più o meno gettata in malo modo su detta camicia – certo che all’epoca l’igiene non era quello che è oggi, ma comunque…). E poi, due perle…la caccia è già avvenuta quando tutti – dice il testo – escono e il cervo è già bell’e morto quando il re lo squarta e costringe la moglie a guardare l’operazione e le mette in mano il cuore (credo che si trattasse di quest’organo o d’un altro, non ho visto bene). E ovviamente la futura Elizabeth I bambina…era normale che prima o poi comparisse nelle regíe, ma qui è già presente dall’inizio della sinfonia – poi cade il sipario e la musica continua da sola – e non smette in tutta l’opera, dove ha rapporti affettuosi con il padre più che con la madre (perfino quando Enrico minaccia la sorte della figlia, le dà un bacetto) sviluppando una passione per saltellare su sedie e tavoli (e prendere per mano  Percy per portarlo immagino alla tortura perché poi compare tutto coperto di sangue – a proposito, non ho visto mai tanti condannati e talmente seviziati nella Bolena come in questo allestimento). Veniva proprio da desiderare che la figlia facesse la stessa fine della madre. E basta.

Ópera ANNA BOLENA – Donizetti Palu de Les Arts 26/9/2022 Fotografías: Miguel Lorenzo / Mikel Ponce

La parte musicale era molto superiore anche se non tutta allo stesso livello. Orchestra e coro (istruito da Francesc Perales) erano in forma ottima e la bacchetta di Maurizio Benini è sicura se non particolarmente ispirata ma in parecchi momenti – anche quando l’orchestra è sola come prima dello scontro tra le due rivali- il suono era troppo denso e nei forti fortissimo.

Nella compagnia di canto spiccava per classe, padronanza scenica, voce e timbro ideali per la parte, l’Enrico VIII di Alex Esposito, con un fraseggio sempre da manuale che poi denota una frequentazione del ruolo. Anche seguendo (credo fedelmente) delle indicazioni sceniche sbagliate – come tutti i suoi colleghi d’altronde  – riusciva a dare un ritratto completo di un re qui francamente negativo.

Ópera ANNA BOLENA – Donizetti Palu de Les Arts 26/9/2022 Fotografías: Miguel Lorenzo / Mikel Ponce

Accanto a lui, anche per assiduità nell’esecuzione del difficilissimo Percy, Ismael Jordi (con qualche nota abbassata) era un degno rivale e cantava con gusto e buona tecnica oltre a una figura ideale, che vestiti e parrucca non riuscivano a scalfire.

Discreto Jorge Franco come Hervey, bene Gerard Fareras (bel timbro) nei panni di Lord Rochefort e più che interessante il mezzosoprano Nadezhda Karyazina nel non facile paggio Smeton cantato e interpretato molto bene anche se l’emissione e il colore troppo “slavo” non l’aiutavano.

Silvia Tro Santafé non ha la voce ideale per Seymour. Afflitta da un vibrato pressoché costante, con acuti corti (oltre a qualcuno evitato) e metallici e un grave che può essere efficace ma certamente non bello, è una brava artista e interpretava con intensità, ma la parte è troppo importante e i risultati erano modesti.

Ópera ANNA BOLENA – Donizetti Palu de Les Arts 26/9/2022 Fotografías: Miguel Lorenzo / Mikel Ponce

Eleonora Buratto si presentava per la prima volta nel ruolo della protagonista. Ha avuto successo e in linea di massima si era davanti a una bella prova. Certo approfondirà e migliorerà ulteriormente il personaggio sia sotto il profilo interpretativo sia sotto quello squisitamente musicale. Per ora è una regina piuttosto riservata, la voce è importantissima, sicura, gli acuti luminosi, le messe di voce buone ma non molto, rifuggiva l’ornamentazione (ma i trilli nella grande aria finale credo non siano un optional), qualche grave era vuoto e troppo forzato, e per dare un esempio il grande finale secondo “Giudici ad Anna!” è stato cantato benissimo ma non reso con l’intensità dovuta. E le frase seguenti, non meno importanti, “Ah! Segnata è la mia sorta se mi accusa chi condanna” mancavano di forza in centro e grave. Meglio le arie (comprese le cabalette) e il grande duetto con Seymour. Prima di questo primo incontro nel giro di un anno ha debuttato Butterfly al Met, la Desdemona dell’ Otello rossiniano, Alice Ford (non era una prima volta), e dopo questa Bolena l’attende di nuovo il Met Elisabetta (di Valois). Mi sembrano troppi ruoli nuovi di fila e non tutti coerenti in quanto repertorio e soprattutto per lo sviluppo graduale e ordinato della voce. Considerando che non molti anni fa l’ho conosciuta al Colón di Buenos Aires nei Due Figaro portati in giro da Muti e poco dopo nella Lisa de La sonnambula al Liceu (e poco dopo ci sono arrivati debutti quale Mimì e Luisa Miller, e anche l’altra Desdemona in un Otello che non sono andato a vedere, quest’ultima pure l’anno scorso).  Il materiale è troppo bello, importante e sano per non cercare di averne il massimo della cura. Ma questa è un’opinione personalissima emessa solo con il desiderio di aiutare e forse mi sbaglio.

Jorge Binaghi

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