VENEZIA: Il trionfo dell’onore, ovvero il dissoluto pentito – Alessandro Scarlatti, 15 marzo 2025
Il trionfo dell’onore, ovvero il dissoluto pentito
Alessandro Scarlatti
direttore Enrico Onofri
regia Stefano Vizioli
Personaggi e Interpreti:
- Riccardo Albenori Giulia Bolcato
- Leonora Dorini Rosa Bove
- Erminio Dorini Raffaele Pe
- Doralice Rossetti Francesca Lombardi Mazzulli
- Flaminio Castravacca Dave Monaco
- Cornelia Buffacci Luca Cervoni
- Rosina Caruccia Giuseppina Bridelli
- Capitano Rodimarte Bombarda Tommaso Barea
scene e costumi Ugo Nespolo
costumista realizzatore Carlos Tieppo
light designer Nevio Cavina
Orchestra del Teatro La Fenice
Teatro Malibran, 15 marzo 2025
Decisamente interessante e ricca di stimoli si è rivelata la ripresa al Teatro Malibran di Venezia, nell’ambito della programmazione 2025 del Teatro La Fenice, de Il trionfo dell’onore, ovvero il dissoluto pentito, praticamente unico titolo di genere buffo del celebre compositore Alessandro Scarlatti.
Dopo la prima, salutata con un grandissimo successo, al Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1718 l’opera subì durante i secoli un lungo oblio e riapparve sui palcoscenici solo verso la metà del Novecento, ma in una versione del compositore Virgilio Mortari pesantemente tagliata che, poi data alle stampe, riduceva la partitura ad un’ora e mezza circa di musica, snaturandone quasi completamente la costruzione originaria.
Oggi l’opera ritrova invece la sua completezza ed è stata presentata al Malibran in una nuova revisione del manoscritto originale curata da Aaron Carpenè.
Scarlatti aveva voluto per questo suo particolare lavoro, un libretto in lingua italiana (non seguendo la consuetudine che voleva generalmente i testi scritti in napoletano) e l’allora assai celebre poeta Francesco Antonio Tullio detto anche Col’Antuono Feralistico ne realizzò uno snello, agile e brillante che ancor oggi si mostra perfettamente in linea con i gusti del pubblico mentre a quei tempi aiutò l’opera a diffondersi velocemente oltre i confini partenopei.
La narrazione, che prende spunto da El burlador de Sevilla y convidado de piedra di Tirso de Molina ed anticipa solo per qualche spunto narrativo quello mozartiano, si muove intorno alle disavventure di Riccardo e delle sue sventurate conquiste innestandosi con le vicende di altre coppie più o meno istituzionali.
Alcuni registri vocali non risultano in sintonia con la prassi esecutiva del tempo e sembrano giustificati (com’era allora comune) dalla maggior o minor disponibilità di questa o quel virtuoso, così in questo caso la parte del protagonista non verrà affidata ad un castrato ma ad un soprano.
Interessante anche evidenziare come nella coppia dei due anziani amanti Flaminio e Cornelia l’uso del timbro tenorile, per evidenziare la ricerca di una giovanile quanto grottesca baldanza, assuma nel personaggio en travesti di Cornelia (come di consueto nell’opera secentesca) aspetti marcatamente brillanti e caricaturali, perfettamente bilanciati dal felice testo letterario.
La regia ideata da Stefano Vizioli, in sinergia con le scenografie ed i costumi realizzati dal celebre artista contemporaneo Ugo Nespolo, ambienta la vicenda in uno spazio colorato e vivace in cui la brillantezza del libretto e della partitura trova perfetta corrispondenza nelle nuances cromatiche scelte per lo spettacolo. In questo contesto, che occhieggia al futurismo a braccetto con il concetto di arte ludica di Depero, la regia si muove con intelligenza, impostando una drammaturgia intelligente e versatile che perfettamente si coniuga con la scrittura musicale definendone brillantemente ogni sfumatura.
Molto attento e partecipe il cast che si muoveva in palcoscenico.
Giulia Bolcato ha trovato nella caratterizzazione del personaggio di Riccardo un giusto equilibrio tra una morbida e tecnicamente ben sfaccettata vocalità ed una mobilità espressiva sempre meditata e vincente anche scenicamente completa.
Dalla vocalità interessante sia per timbrica sia per curata morbidezza espressiva, Rosa Bove ha ben cesellato il personaggio di Leonora così come misurata e professionale si poneva Francesca Lombardi Mazzulli quale Doralice.
Giuseppina Bridelli e Tommaso Barea, impegnati rispettivamente ad interpretare la cameriera Rosina e il Capitano Rodimarte, sono apparsi disinvolti in scena e vocalmente corretti e misurati.
Irresistibile per la rara combinazione di vocalità e carisma la coppia Flaminio/Cornelia nella deliziosa interpretazione di Dave Monaco e Luca Cervoni colpiva perfettamente nel segno, potenziando con talento il delicato meccanismo comico, senza bisogno di alcuna pretestuosa gag aggiuntiva.
Raffaele Pe, quale Erminio, assai disinvolto e vincente sotto il profilo più teatrale ed espressivo non trovava la stessa efficacia in quello prettamente vocale e tecnico.
Preciso e coinvolgente Enrico Onofri ha diretto con brillantezza e giusta energia l’orchestra del Teatro La Fenice.
Il pubblico entusiasta (standing ovation finale per tutti gli artisti) che gremiva la sala tributava un giusto successo a questa bella produzione veneziana.
Silvia Campana
Foto Michele Crosera