VENEZIA: Teatro La Fenice – Attila nel nuovo allestimento firmato Daniele Abbado
Attila di Giuseppe Verdi
Direttore: Riccardo Frizza
Regia: Daniele Abbado
Personaggi e Interpreti:
- Odabella: Vittoria Yeo
- Foresto: Stefan Pop
- Attila: Roberto Tagliavini
- Uldino: Antonello Ceron
- Ezio: Julian Kim
- Leone: Mattia Denti
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro: Claudio Marino Moretti
regista collaboratore: Boris Stetka
Scene e light designer: Gianni Carluccio
Costumi: Gianni Carluccio, Daniela Cernigliaro
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
in coproduzione con Teatro Comunale di Bologna e Teatro Massimo di Palermo
Un nuovo allestimento dell’Attila di Giuseppe Verdi debutta al Teatro La Fenice: la messinscena della nona opera del bussetano – seconda, in ordine cronologico, delle cinque composte per il Teatro veneziano – è una coproduzione della Fondazione Teatro La Fenice con il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Massimo di Palermo e porta la firma per la regia di Daniele Abbado, per le scene e le luci di Gianni Carluccio che, insieme a Daniela Cernigliaro, ha disegnato anche i costumi, e per i movimenti coreografici di Simona Bucci. L’interpretazione musicale sarà affidata a Riccardo Frizza, alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice. La prima di venerdì 9 dicembre sarà seguita da quattro repliche: l’11, 13, 15 e 17 dicembre 2016.
Questa nuova rivisitazione dell’Attila di Verdi consente al Teatro La Fenice di ripercorrere una tappa della propria storia, dal momento che l’opera intitolata al temibile condottiero unno esordì proprio alla Fenice, il 17 marzo 1846. Ma offre anche l’occasione ai veneziani per riflettere sulle origini e la storia della città lagunare e sul suo delicato rapporto con l’acqua, temi principe di questo avvio di Stagione 2016-2017 inaugurata con Aquagranda di Filippo Perocco, nel ricordo della drammatica alluvione del 1966. Nel prologo dell’Attila, ambientato nel quinto secolo dopo Cristo, si racconta infatti dell’arrivo degli aquileiesi scampati al ‘flagello di Dio’ sulle sponde di Rio-Alto, nelle «Lagune Adriatiche»: è la ‘mitica’ storia della fondazione di Venezia, solo recentemente smentita dagli archeologi. Naturalmente, la scoperta del ‘falso storico’ su cui si basa l’Attila nulla toglie al valore del titolo verdiano: sappiamo per certo, infatti, che ciò che appassionava Verdi non fosse la veridicità storiografica della vicenda narrata, quanto piuttosto la plausibilità dell’immagine storica rievocata in scena, in direzione di un realismo visuale che è l’istanza sempre più imprescindibile del teatro di quel periodo.
Dramma lirico in un prologo e tre atti, su libretto di Temistocle Solera e Francesco Maria Piave tratto dalla tragedia Attila, König der Hunnen (Attila, re degli Unni, 1808) del poeta tedesco Zacharias Werner, Attila entrò ben presto in repertorio, in quanto emblema della cosiddetta ‘opera patriottica’. «Ci troviamo di fronte a un’opera – spiega il regista Daniele Abbado – che negli anni Quaranta, quando è eseguita a Venezia e subito dopo in tutta Italia, assume grande valore simbolico rispetto al tema della riunificazione e dell’unità nazionale. Ma a ben guardare Attila teorizza, in un certo senso, la negazione di questi concetti patriottici. Un po’ come dire che l’unità nazionale viene messa in mano a figure discutibili e controverse. I personaggi principali, a parte Attila, sono tre: Ezio, che entra in scena mettendo in atto un tentativo di corruzione politica, Foresto, che è in fondo un debole, ossessionato dalla gelosia e dalle proprie insicurezze, e Odabella, che è una figura ambigua, probabilmente innamorata di Attila (questo ci viene fatto capire tra le righe) ma incapace di amare colui che si presenta in tutta l’opera da una parte come il nemico e il conquistatore e però dall’altra come l’uomo più forte e più incline a sentimenti equilibrati di giustizia e di generosità. Questo per me è realmente il centro dell’opera».
Dal punto di vista musicale, «a differenza di molti – commenta il direttore Riccardo Frizza – penso che quest’opera non rappresenti solamente una fase di transizione del percorso compositivo di Verdi. L’aspetto marziale e il linguaggio musicale sono sì tipici del Verdi giovane; ci sono tuttavia soluzioni inedite e scelte drammaturgiche che guardano al passato. Il mio approccio sottolinea queste novità musicali per metterne in evidenza il loro valore e le loro peculiarità estetiche».
Nella compagnia di canto figurano il basso Roberto Tagliavini nel ruolo del protagonista Attila, il baritono Julian Kim in quello del generale romano Ezio, il soprano Vittoria Yeo incarnerà Odabella mentre il tenore Stefan Pop sarà Foresto. Completano il cast il tenore Antonello Ceron nelle vesti di Uldino e il basso Mattia Denti in quello di Leone.
Attila – proposto con sopratitoli in italiano e in inglese – sarà in scena venerdì 9 dicembre 2016 ore 19.00 (turno A), domenica 11 dicembre 2016 ore 15.30 (turno B), martedì 13 dicembre 2016 ore 19.00 (turno D), giovedì 15 dicembre 2016 ore 19.00 (turno E) e sabato 17 dicembre 2016 ore 15.30 (turno C).