Verdi di Pisa: Mercoledì 9 marzo l’opera SALVO D’ACQUISTO di Antonio Fortunato. In Sala Tita Ruffo, ultimo appuntamento ciclo opere da camera.

Verdi di Pisa: Mercoledì 9 marzo l’opera SALVO D’ACQUISTO di Antonio Fortunato. In Sala Tita Ruffo, ultimo appuntamento ciclo opere da camera.

  • 05/03/2016
Mercoledì sera, nella Sala “Titta Ruffo” del Teatro Verdi, l’ultimo appuntamento del ciclo di opere da camera
SALVO D’ACQUISTO: L’OPERA DI ANTONIO FORTUNATO E CARLO FORTI DEDICATA ALL’EROE-CARABINIERE FUCILATO DAI NAZISTI 
A diciassette anni dal debutto a Marsala, approda ora a Pisa una partitura che ha il taglio della tragedia greca.
 
Nato a Napoli nel 1920, vice brigadiere dei Carabinieri, fucilato dai nazisti a Palidoro (Roma) il 23 settembre 1943 dopo che si era autoaccusato di un presunto attentato per salvare la vita a 22 ostaggi civili, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, un processo di beatificazione in corso: stiamo parlando di Salvo D’Acquisto, figura certamente nota anche alle nuove generazioni, non foss’altro che per le vie, le piazze, le caserme a lui dedicate e per i film che hanno ricordato il suo gesto di altissima portata umana (per tutti, la fiction Rai del 2009 con Beppe Fiorello, regia di Alberto Sironi – ma già nel 1975 era uscito il film di Romolo Guerrieri con Massimo Ranieri).
A Salvo D’Acquisto è anche dedicata un’opera del compositore Antonio Fortunato su libretto dello scrittore Carlo Forti, entrambi marsalesi, entrambi premio UNESCO alla carriera. Di Antonio Fortunato, la cui produzione spazia dalla musica da camera a quella organistica, pianistica, operistica, sinfonica, sacra, di scena e didattica, il pubblico pisano ha avuto già modo di apprezzare con la prima assoluta del suo Falcone e Borsellino, in cartellone nella Stagione Lirica di quattro anni fa. Carlo Forti, medico ematologo, si è completamente votato alla scrittura ormai da diversi anni, e a tempo pieno, tanto da avere al proprio attivo numerosi racconti di stampo surreale, molti testi teatrali e tre libretti per opere liriche (oltre a Salvo d’Acquisto, sempre per Antonio Fortunato ha scritto Il carceriere del vento)
2 (1)Dopo i successi riscossi a Marsala (1999), Roma (2001), Palermo (al Teatro Massimo, nel 2002), Treviso (2004) e, in forma di selezione, in Messico e a San Pietroburgo, Salvo D’Acquisto approda ora anche al Verdi, in Sala “Titta Ruffo”, ultimo appuntamento del Ciclo di Opere da Camera: mercoledì 9 Marzo alle ore 20.30.
Nel cast il tenore Roberto Cresca nel ruolo protagonista, il baritono William Hernàndez (Partigiano), il soprano Natalizia Carone (Maria), il baritono-basso Veio Torcigliani (Ufficiale tedesco) e il tenore Antonio Pannunzio (Paesano). Coro del Laboratorio Lirico San Nicola diretto dal M° Stefano Barandoni. Al pianoforte Eugenio Milazzo, regia di Marcello Lippi.
In quest’opera – disposta su due piani differenti: da una parte la vita quotidiana, gli affetti e le consuetudini che le sono proprie; dall’altra, l’irrompere dell’orrore – il personaggio di Salvo D’Acquisto esprime la volontà di rendere il destino uno strumento di memoria, e non una semplice successione di eventi. Tre elementi le imprimono il carattere di una tragedia greca, investendone il suo tessuto simbolico e il nesso tra parole e suono: la bellezza dello scenario sulla cui eterna ciclicità si profila l’insignificanza del destino umano; la contemplazione del dolore da parte del coro, di per sé impotente ad arrestare l’incombere del Fato, ma la cui pietà permette al sacrificio del singolo di divenire, per tutto un popolo, redenzione dalla storia; infine, il tema della memoria, la perduta simbiosi tra storia ed Individuo, prima che la guerra infrangesse quel patto non scritto che lega ogni individuo alla fiducia nel divenire. 
2 (2)«Le filosofie orientali – annotano Fortunato e Forti – ci parlano del loto come di quel fiore che, pur nascendo nel fango, riesce ad ergersi e a decifrare le infinite dimensioni dello spirito. La forza di D’Acquisto è proprio in questo concetto: il suo gesto eroico, simile al fiore di loto, rappresenta il contrasto più stridente e marcato con il fango della guerra, della vittoria, del non-uomo sull’uomo, della sconfitta della pietà. Da tal fango, però, questo loto trae la sua forza vitale e la sua ansia di luce. »
Un atto e due quadri molto poetici e drammatici che, in poco più di un’ora, coinvolgono ed emozionano.
Data la capienza della sala, pochi i biglietti ancora disponibili, in vendita al Botteghino del Teatro Verdi fino a esaurimento.
Per informazioni tel 050 941 111 e www.teatrodipisa.pi.it
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