VERONA: Falstaff ossia Le tre burle – Antonio Salieri, 19 gennaio 2025 a cura di Silvia Campana

VERONA: Falstaff ossia Le tre burle – Antonio Salieri, 19 gennaio 2025 a cura di Silvia Campana

  • 22/01/2025

Falstaff ossia Le tre burle

Antonio Salieri


 

Direttore d’orchestra Francesco Ommassini

Regia e costumi Paolo Valerio

 

Personaggi e Interpreti:

  • Sir John Falstaff Giulio Mastrototaro
  • Mrs. Ford Gilda Fiume
  • Mr. Ford Marco Ciaponi
  • Mr. Slender Michele Patti
  • Mrs. Slender Laura Verrecchia
  • Bardolf Romano Dal Zovo
  • Betty Eleonora Bellocci 

Scene e projection design Ezio Antonelli

Luci Claudio Schmid

Orchestra, Coro e Tecnici Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Roberto Gabbiani

Direttore allestimenti scenici Michele Olcese

 

Teatro Filarmonico, 19 gennaio 2025


photo©Ennevi

Era il 1975 e il Teatro Filarmonico di Verona, dopo un’accurata ricostruzione per mano dell’Accademia Filarmonica cittadina a causa dei pesanti bombardamenti del secondo conflitto bellico, riapriva i suoi battenti con Falstaff, un’opera di A. Salieri in occasione dei 150 anni dalla morte. Si è rivelata dunque una scelta felice quella ora effettuata dalla Fondazione Arena che ha deciso di ripresentare (all’interno del Festival Mozart a Verona ed in apertura della sua Stagione Lirica 2025) lo stesso titolo in un’edizione critica di Casa Ricordi curata della musicologa Elisabetta Biggi Parodi.

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Per la rappresentazione di questo Falstaff, ossia le tre burle (3 gennaio 1799 Burgtheater, Vienna) Ricordi ha realizzato la rinata partitura confrontando tutte le fonti esistenti, a partire dall’autografo (più volte ritoccato), ed ampliando il lavoro a tutte le copie manoscritte (spesso con le correzioni di pugno di Salieri), oggi conservate in varie biblioteche europee. Un lavoro minuzioso e professionale portato avanti con attenta meticolosità con il contributo della musicologa che ne ha curato l’edizione e che ha così portato alla realizzazione di un testo musicale sfrondato da vetusti rimaneggiamenti in cui evidente può scorgersi il taglio drammaturgico dell’autore che, pur ligio ai canoni estetici del tempo, presenta momenti espressivi estremamente interessanti.

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Così il libretto del poco noto Carlo Prospero Defranceschi ben si districa dalla nobiltà ed autorevolezza della fonte (il noto The Merry Wives of Windsor di W. Shakespeare) con un lavoro snello ed agile che dipinge i caratteri con tratti guizzanti che giungono felicemente ad omaggiare la corte viennese (attingendo a piene mani dalla Commedia dell’arte) attraverso la veste caricaturale di alcuni personaggi (su tutti il travestimento di Mrs.Ford quale servetta tedesca con tanto di Aria in lingua). Lavorando di sottrazione il librettista va così ad eliminare la chiave più lirica ed amorosa del testo shakespiriano concentrandosi su quella più farsesca (certo più cara a corte), mantenendo altresì tratti misurati e senza mai scadere nei toni.

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L’opera di Salieri si ripresenta dunque oggi al pubblico veronese (dopo una sua ultima ripresa nel 1981) esibendo una sua fresca ed esuberante vocalità (che dona anche tratti maggiormente dedicati al personaggio di Ford, qui trattato quasi come il carattere dell’amoroso) ed un taglio drammatico asciutto ed efficace in cui spesso ritmi musicali e teatrali si avvicendano determinando un gustoso ed equilibrato amalgama.

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E proprio da ciò parte l’efficace regia di Paolo Valerio che ben sintetizza (coadiuvato dalle scene di Ezio Antonelli e le luci di Claudio Schmid) uno spazio veneziano (e si ritorna alla Commedia dell’arte ed ai suoi canoni) rievocato da pochi elementi simbolici che due grandi quinte specchianti rimandano attraverso immagini deformate che sembrano quasi emergere da un mondo vivo solo attraverso la lente della memoria. La regia si muove dunque agile intorno alla figura del protagonista che in Salieri assume i tratti di una simpatica bonomia sostanzialmente priva di ombre, ma che sul finale (estraendo un’enorme pancia finta dal panciotto) sembra rivendicare la sua libertà a fronte di una borghesia sempre e più che mai imbrigliata in rigidi schemi.

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Un lavoro attento ed onesto dunque che si propone di accompagnare la narrazione con eleganza, offrendo qualche lieve spunto di riflessione ed in questo perfettamente vincente.

Assai ben calibrato quanto musicalmente e teatralmente disinvolto si muoveva il cast di artisti impegnato in palcoscenico.

Giulio Mastrototaro riesce a conquistare un non facile equilibrio per il suo personaggio riducendone all’osso le poche ma ahimè presenti gags e contribuendo anzi a connotarne il carattere, certo eccessivo, che quasi come la maschera di Capitan Spaventa coniuga i tratti buffoneschi con una sua vanagloriosa ed ostentata eleganza.

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Così l’artista, tramite la bella vocalità, tratteggia al meglio il suo ruolo offrendone un ritratto del tutto efficace che giunge a convincere appieno anche per l’attenzione alla parola e ad una musicalità sempre attenta e misurata.

Marco Ciaponi caratterizza al meglio il non facile personaggio di Mr. Ford esibendo voce fresca e sempre tecnicamente ben sostenuta, alla ricerca di una definizione espressiva assai calibrata con un risultato davvero di tutto rispetto.

La Mrs. Ford delineata da Gilda Fiume colpisce per la sofisticata e morbida vocalità sempre brillante ed assai frizzante anche nella sua definizione teatrale.

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Molto ben tratteggiati ed in linea con i loro caratteri anche Laura Verrecchia (Mrs. Slender) e Michele Patti (Mr.Slender) insieme a Eleonora Bellocci e Romano Dal Zovo rispettivamente impegnati nei due simpatici ritratti di Betty e Bardolf.

Molto efficaci e disinvolti i numerosi mimi coordinati da Daniela Schiavone.

Francesco Ommassini alla guida dell’orchestra della Fondazione trovava un bell’equilibrio nella lettura di questa partitura, giungendo a ben definirne le cifre distintive con buona compattezza teatrale.

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Segnaliamo anche la prova di Federico Brunello al clavicembalo/basso continuo.

Un bel successo per questa nuova produzione che univa rigore musicologico e dinamismo teatrale e che il pubblico che gremiva il teatro ha mostrato indubbiamente di gradire, segnale questo certo da non sottovalutare.

Silvia Campana

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