VERONA: Gala Jonas Kaufmann, 20 agosto 2023 a cura di Silvia Campana
Arena di Verona, 20 agosto 2023
Ci sono alcune serate che, già a tavolino, nascono con tutti i tratti dell’evento ed il Gala in onore di Jonas Kaufmann presentato all’arena di Verona racchiudeva tutte le caratteristiche richieste.
La serata era infatti impostata sulla presenza di alcune preziose gemme del panorama lirico internazionale (Sonya Yoncheva e Ludovic Tézier) e naturalmente di Jonas Kaufmann esclusiva punta di diamante della prestigiosa stagione del centenario e l’evento ha fatto certo fede ad ogni aspettativa se solo sotto questo profilo la si volesse osservare.
Gran successo di pubblico, l’arena, se non esaurita, era sostanzialmente gremita (ottimo risultato per un pur prestigioso Gala) la serata confermava quanto, ad oggi, Jonas Kaufmann sia molto amato, osannato e celebrato come uomo e come artista da una grande fetta di pubblico che ne ammira l’arte e lo stile.
Sotto un profilo prettamente tecnico però la serata non si è mostrata di uguale brillantezza ed alcune ombre ne hanno in parte opacizzato il nitore, complice forse il grande caldo o uno stato di salute del tenore tedesco (nell’ultimo mese colpito da una forma virale che lo ha costretto a cancellare alcune recite in vari teatri) non ancora ottimale.
Il programma del concerto, abbastanza vario ed impegnativo, era impostato su di una prima parte dedicata al repertorio italiano (Tosca, Otello e Andrea Chenier) ed una seconda in cui erano presentate pagine celebri di repertorio vario che spaziavano dall’ Operetta al Musical per arrivare a brani tratti da celebri colonne sonore, anticipando in questo il cd che Kaufmann ha recentemente inciso per Sony proprio a queste dedicato ed in uscita il prossimo settembre.
L’artista , ripeto non ancora forse perfettamente ristabilito dalla recente indisposizione, ha offerto una prestazione per certi aspetti altalenante in cui ad una presenza e ad una musicalità curata e costantemente impreziosita da un fraseggio raffinato (“Maria” da West Side Story) e da un minuzioso scavo introspettivo (“Dio mi potevi scagliar” dal verdiano Otello) alternava momenti (“Recondita armonia”) in cui appariva infastidito da un leggero velo che nell’attacco pregiudicava, a tratti, la limpidezza del timbro nell’emissione.
Detto questo il raffinato artista si muoveva con disinvoltura attraverso il programma e, abbandonati i panni di Mario Cavaradossi ed Otello (eseguito anche il duetto del I Atto “Già nella notte densa” con la Yoncheva) approcciava con grande impeto espressivo Andrea Chenier (duetto finale “Vicino a te”) e la seconda parte della serata (“Freunde, das Leben” da Giuditta e “Dein ist mein ganzes Herz” da Das Land des Lächelns di F.Lehar, “ Non ti scordar di me” di E. De Curtis (insieme alla Yoncheva) , “Maria” da West Side Story di L.Bernstein, “Nella fantasia” da The Mission di E.Morricone e “Nelle tue mani“ Gladiator di H. Zimmer) regalando al termine al pubblico in tripudio alcuni bis : “Come un bel dì di maggio” (Andrea Chenier), “Mattinata” di R. Leoncavallo e l’immancabile e richiesto a furor di popolo “Nessun dorma” (Turandot).
Al suo fianco Sonya Yoncheva già impegnata nei duetti con Kaufmann (Otello, Andrea Chenier e “Non ti scordar di me”) oltre che nell’ “Habanera” da Carmen e “Somewhere” da West Side Story di L.Bernstein, esibiva una vocalità indubbiamente interessante per colore ma non sempre altrettanto specchiata sotto un profilo tecnico musicale. Molto generosa con il pubblico ha offerto poi come bis il sempre amatissimo dal pubblico “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di G. Puccini.
Decisamente positiva e priva di ombre la prova di Ludovic Tézier impegnato in un programma intelligente e variegato che lo portava da un cupo Jago verdiano (“Credo”) ad un sensibile Carlo Gerard (“Nemico della patria” +) entrambi affrontati con grande misura espressiva e morbida vocalità. Tezier otteneva però i suoi momenti migliori nella seconda parte che era concentrata sul repertorio francese (suo terreno d’elezione) e che affrontava con estrema sensibilità teatrale. Partendo da un “Votre toast” da Carmen arditamente cesellato affrontava poi “Scintille, diamant” (Les contes d’Hofmann) e come prezioso bis offriva “Voila donc la terrible cité! Alexandrie!” da Thaïs di J. Massenet dove il suo gusto per la parola e l’accento veniva particolarmente messo in evidenza.
Jochen Rieder dirigeva con professionalità l’orchestra della Fondazione Arena di Verona (“Preludio” da Carmen di G. Bizet).
Difficile fare un effettivo bilancio della serata che risultava sostanzialmente dominata dai lustrini dello star system ma sul cui grande successo di pubblico (con tanto di standing ovation) non è sindacabile, pubblico che veniva al termine ripagato dai bis concessi e da un finale e trionfale “Libiamo” da “La Traviata” dal quale Tezier si è però (e giustamente) sottratto.
Silvia Campana