VERONA: Le traviate a confronto, 14 luglio, 19 agosto e 26 agosto 2023 a cura di Silvia Campana
Arena di Verona, 14 luglio, 19 agosto e 26 agosto 2023
La Traviata di quest’anno in Arena offriva in cartellone un’ottima selezione (almeno per quello che riguarda il personaggio di Violetta) tra alcune delle più importanti protagoniste dello star system internazionale.
Infatti dopo la première che aveva visto impegnata Gilda Fiume si sono alternate nelle differenti recite Lisette Oropesa (14 luglio), Jessica Pratt (19 agosto), Nadine Sierra (26 agosto) e chiuderà poi a settembre Anna Netrebko.
Vittorio Grigolo ha vestito i panni di Alfredo nella recita con la Oropesa mentre Ludovic Tézier ha impersonato l’inflessibile padre con la Pratt e la Sierra.
Sul podio sempre Andrea Battistoni.
Tre recite molto diverse in particolar modo per il personale taglio interpretativo che le primedonne hanno scelto per Violetta, visioni che sono risultate perfettamente in linea con la loro vocalità ed espressività teatrale contribuendo a tratteggiare tre profili femminili assai diversificati drammaturgicamente e dunque di estremo interesse.
Donna di classe e di gran fascino la Violetta Valery delineata da Lisette Oropesa sembra un pesce fuor d’acqua in quell’ambiente parigino così superficiale e prezzolato e la sua differenza si nota subito. L’eleganza del suo fraseggio, quasi distaccato, ci riporta immediatamente al personaggio letterario di Dumas così come la ieratica compostezza nell’affrontare il suo sacrificio. La vocalità dell’artista e la preziosità nel fraseggio risultano ideali per raccontarci il carattere della protagonista e, senza alcuna convenzione, restituircene tutta la forza e la teatralità. Un’interpretazione classica dunque, ma non per questo meno interessante (molto intenso e coinvolgente il suo III Atto in cui davvero il timbro diviene quasi sospiro) che colpisce e seduce fin dalla prima entrata. Tecnicamente eccellente la Oropesa non tradisce alcun appuntamento ma, non sedotta da questo, traduce ogni difficoltà in giusto gesto e misurato accento teatrale.
Più maturo, consapevole e disincantato il personaggio creato da Jessica Pratt vive invece di un insieme che mescola all’ironia una costante ed amara consapevolezza. La sua Violetta sa fin troppo bene perché è in quell’ambiente e come si guadagna da vivere, per questo l’incontro con Alfredo la spiazza e seduce con la sua spigliata immediatezza. Il confronto con Germont padre è duro ma consapevole in quanto lei ne comprende perfettamente il linguaggio (quanti clienti ha come lui) e, per questo, anche il suo saluto finale (nel III Atto) è formale e sbrigativo; questa Violetta (davvero sempre consapevole della sua malattia) non crede certo nelle favole e quasi si rimprovera per aver ceduto al sogno per un momento. Una visione drammatica, potente e molto contemporanea nei tratti che la Pratt ha risolto vocalmente con gran brillantezza unita a sensibile intelligenza espressiva.
Il discorso muta per l’interpretazione di Nadine Sierra che delinea invece una protagonista giovanissima, quasi una influencer, che ama il suo lavoro di cui non si vergogna. Molto comunicativa e disinvolta la sua Violetta è una ragazza molto abile con i suoi affari che gestisce anche con una certa freddezza. L’incontro con Alfredo la riporta al contatto con il sentimento nella sua istintiva potenza e questo la mette a confronto con la sua stessa fragilità.
Interpretata vocalmente in modo eccellente, questa Violetta sembra vivere però esclusivamente di ciò e di un gioco di sfumature e mezzevoci così sfumato e minuzioso da apparire quasi studiato a tavolino. Ed è infatti una visione che resta un po’ in superficie quella del bravo soprano che punta e ricerca l’effetto sempre, pur con estrema attenzione e raffinatezza, ma questo complesso carattere verdiano necessiterebbe, forse, di un maggior approfondimento.
Per quanto riguarda il personaggio di Alfredo nella recita del 17 luglio Vittorio Grigolo lo tratteggiava attraverso la sua ormai nota cifra interpretativa, rendendo comprensibilissimo il cedimento della sua sofisticata partner attraverso una attenta cura nella definizione, anche vocale, del carattere, ma mostrando anche ahimè troppi arbitrii ed imprecisioni musicali (corone, rallentamenti e via discorrendo), atteggiamento che Verdi non permette mai in quanto rischia di compromettere la compattezza drammatica della pièce, cosa che infatti si è verificata.
Ludovic Tézier ha cantato con estrema eleganza e classe il suo Germont pur mantenendolo molto fermo sulle sue posizioni ed è certo una corretta interpretazione, anche se l’intimo moto dell’animo che spingerà questo tronfio ed odioso personaggio a far visita a Violetta nel III Atto, nel grande duetto del II non si è avvertito.
Mutavano nelle recite del 19 e 26 agosto Annina, assai ben interpretata da Yao Bohui, Gastone tratteggiato da Matteo Mezzaro e il 19 agosto Gabriele Sagona indossava i panni del Dott. Grenvil.
In tutte e tre le recite anche la parte danzata cambiava interpreti e ben qui si comportavano Liudmila Konovalova e Davide Dato.
Sempre ottimi il coro della Fondazione diretto da Roberto Gabbiani e la direzione di Andrea Battistoni che, pur confermando la sua lettura, ha dovuto in alcuni casi sacrificarla, adattandola ai singoli cast.
Arena sempre gremita ed ovazioni per tutti al termine.
Silvia Campana