VERONA: Turandot – Giacomo Puccini, 8 e 15 giugno 2024 a cura di Silvia Campana

VERONA: Turandot – Giacomo Puccini, 8 e 15 giugno 2024 a cura di Silvia Campana

  • 24/06/2024

Turandot

Giacomo Puccini


Direttore d’orchestra Michele Spotti

Regia e scene Franco Zeffirelli

 

Personaggi e Interpreti:

  • Turandot Ekaterina Semenchuk, Olga Maslova
  • Il principe ignoto (Calaf) Yusif Eyvazov, Gregory Kunde 15/06 22/06
  • Liù Mariangela Sicilia, Maria Agresta
  • Timur Riccardo Fassi
  • Ping Youngjun Park
  • Pong Matteo Macchioni
  • Pang Riccardo Rados
  • Imperatore Altoum Carlo Bosi, Leonardo Cortellazzi
  • Un mandarino Hao Tian
  • Principe di Persia Eder Vincenzi
  • Le ancelle di Turandot Grazia Montanari, Mirca Molinari

Costumi Emi Wada

Movimenti coreografici Maria Grazia Garofoli

Coro di voci bianche A.d’A.Mus. Direttore Elisabetta Zucca

Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Roberto Gabbiani

Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino

Direttore allestimenti scenici Michele Olcese

 

Arena di Verona, 8 e 15 giugno 2024


photo©Ennevi

Da quando Franco Zeffirelli lo presentò in Arena nella stagione del 2010 il suo allestimento di Turandot non cessa di affascinare il pubblico per quella miscela che combina il fascino dell’arte orientale con i miti e le leggende popolari. Quest’anno esso si presentava inoltre accuratamente rinfrescato e rinnovato nei colori che contribuiscono a cristallizzarne il fascino senza tempo e anche i movimenti delle masse e le azioni coreografiche apparivano più convincenti acquisendo nel loro complesso maggior teatralità ed efficacia drammaturgica.

photo©Ennevi

Due ottimi cast si alternavano nelle due recite cui ho assistito.

Il personaggio di Turandot non è più ad oggi risolvibile attraverso un’interpretazione prettamente vocale ma deve arricchire la sua temibile ed ardua scrittura con un’interpretazione che giunga a sottolinearne i complessi tratti caratteriali e psicologici …. si parla infatti di uno stupro e più precisamente delle tracce che questo ha lasciato nel ricordo della protagonista. Di fatto noi non sappiamo le dinamiche del crimine ma sulla sua efferatezza non ci sono dubbi.

Diventa così arduo per ogni artista andare a delineare questo profilo femminile che più che violato si dimostra cristallizzato nella violenza tanto ossessiva quanto compulsiva di un ricordo perpetuato.

Entrambe le interpreti si sono ben interrogate sul loro personaggio offrendo due profili molto diversi ma entrambi convincenti.

photo©Ennevi

Ekaterina Semenchuk (8 giugno) attraverso una vocalità sempre molto precisa e tagliente ha tratteggiato una principessa statuaria ed algida che lascia poco spazio alla compassione e fino al termine mantiene un rigore ed una compostezza che solo la morte di Liù ed il suo contatto con lei riusciranno a scalfire: si può dire infatti che la schiava quasi passi il testimone alla principessa attraverso il calore della sua piagata umanità. Una buona interpretazione molto coerente con il personaggio e tanto musicalmente quanto professionalmente ben affrontata.

Olga Maslova (15 giugno) al suo debutto all’Arena di Verona (spazio in cui la sua vocalità sembra trovarsi particolarmente a suo agio) attraverso un raffinato gioco espressivo cui piega il suo importante strumento, trova la sua chiave interpretativa in un forte contrasto che già dalla romanza d’ingresso nel II Atto si percepisce e che piano piano andrà a schiuderle un conflitto che troverà soluzione con il Finale dell’opera.

Il personaggio di Calaf è più semplice sotto il profilo interpretativo in quanto egli sembra veramente tratto da un libro di fiabe (e Turandot ricordiamo che così nasce) ma richiede indubbiamente fierezza nell’accento e bellezza di timbro.

photo©Ennevi

Yusif Eyvazov (8 giugno), pur non dotato di uno strumento dal particolare nitore, sa cantare e fraseggiare con estrema professionalità e ritaglia il suo personaggio con sufficiente intensità.

Il principe ignoto cesellato da Gregory Kunde (che ricordiamo la sera prima aveva affrontato la prima di Aida quale Radamès) ha brillato per la fierezza dell’accento e l’acciaio di una vocalità che la lunga carriera sembra non aver intaccato ma anzi sostanziato di ancor maggior teatralità e carismatica presenza.

Entrambe le interpreti che si alternavano quali Liù ne restituivano un’interpretazione assai raffinata ed elegante in cui la morbidezza del timbro si poneva completamente al servizio di un ritratto dall’umanità dolente e scenicamente efficace; Mariangela Sicilia (8 giugno ) e Maria Agresta (15 giugno ) sembravano gareggiare così per preziosa musicalità, pianissimi raffinati e fraseggio partecipato nell’espressione della potenza del sentimento celato delineando un personaggio intenso anche se diversificato in base alla propria peculiare e matura personalità teatrale in un taglio più ribelle (Sicilia) o emotivo (Agresta).

Molto bene Riccardo Fassi (Timur) così come le tre maschere Youngjun Park (Ping), Riccardo Rados (Pang) e Matteo Macchioni (Pong).

Musicalmente corretti e professionali Carlo Bosi (8 giugno) e Leonardo Cortellazzi (15 giugno) quali Altoum.

Completavano bene il cast Hao Tian (Un mandarino), Eder Vincenzi (Il Principino di Persia) e Grazia Montanari e Mirca Molinari (Le ancelle di Turandot).

Bene il coro della Fondazione diretto da Roberto Gabbiani ed il coro di voci bianche A.d’A.Mus. diretto da Elisabetta Zucca.

photo©Ennevi

Michele Spotti ha donato una lettura sfaccettata del capolavoro giungendo a ben comunicarne a tratti la sconcertante modernità.

Una lode a parte infine ai tecnici areniani per la rapidità con cui hanno risolto (peraltro con quasi nessun disagio da parte del pubblico) un grave incidente scenico che, durante la recita del 15 giugno, ha imposto due brevissime interruzioni in un momento assai delicato (apertura della scena degli enigmi e Finale) quando il tratto centrale del paravento con i draghi si è bloccato rischiando di pregiudicare l’intero quadro.

Arena gremita per questo sempre amatissimo allestimento che, per entrambe le recite, ha goduto di grande entusiasmo da parte del pubblico.

Silvia Campana

 

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