VIENNA: Die entfürung aus dem serail – Wolfgang Amadeus Mozart, a cura di Federica Fanizza 15 dicembre 2023
Wolfgang Amadeus Mozart
DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL
Ein deutsches Singspiel in drei Aufzügen
Text Johann Gottlieb Stephanie nach Christoph Friedrich Bretzner in der Dialogfassung von Hans Neuenfels
Direttore Cornelius Meister
Regia Hans Neuenfels
Collaborazione drammaturgia e regia Henry Arnold
Personaggi e Interpreti:
- Pascià Selim Christian Nickel
- Konstanze Sofia Fomina
- Konstanze – Schauspielerin Emanuela von Frankenberg
- Blonde Serena Sáenz
- Blonde – Schauspielerin Stella Roberts
- Osmin Antonio Di Matteo
- Osmin – Schauspieler Andreas Grötzinger
- Belmonte Sebastian Kohlhepp
- Belmonte – Schauspieler Christian Natter
- Pedrillo Michael Laurenz
- Pedrillo – Schauspieler Ludwig Blochberger
Scene Christian Schmidt
Costumi Bettina Merz
Luce Stefan Bolliger
Wiener Staatsoper, 15 dicembre 2023
Serata di Premiere alla Wiener Staatsoper per la ripresa della produzione di Hans Neuenfels del Die Entführung aus dem Serail di Mozart in questa stagione 2023-24. Non si tratta di una novità in quanto l’ultima messa in scena a Vienna risale alla stagione 2021-22 nell’allestimento del provocatorio regista tedesco che debuttò a Stoccarda nel 1998, che già allora aveva raccolto consensi di pubblico e di critica.
Gioco facile per il Die Entführung aus dem Serail, un singspiel che Mozart compose nel 1782 (K 384) che in qualche modo rappresenta il punto di vista occidentale che ha esorcizzato nella moda delle turcherie, la paura della terra dei sultani e dei granvisir dopo l’espansione dell’Impero ottomano fino alle porte di Vienna. Ormai, però, pascià o sultani non erano più da temere, bensì da guardare con un certo interesse, cercando affari più che guerre. La figura di Osmin guardiano dell’Harem e il coro, raffigurati come dei tagliagole con la loro collezione di teste mozzate ci riportano all’idea primigenia di un mondo orientale sanguinario e truculento.
La debole trama della liberazione delle fanciulle europee prigioniere dell’harem seguito dall’atto di clemenza del Pascià, a dispetto dell’origine popolare e dell’uso dei parlati in luogo dei recitativi, si sviluppa in una raffinata complessità musicale, specie per quanto concerne la parte di Konstanze, creata da quella Caterina Cavalieri che sarà prima interprete di Donna Elvira nel Don Giovanni (versione di Vienna) e di gran parte delle cantate sacre e arie da camera di Mozart.
Neuenfels ha inteso rielaborare i ruoli in palco scegliendo di duplicare le cinque parti dei cantanti, con cinque attori come alter ego, per i recitativi, lasciando al solo ruolo parlante del pascià Selim senza controfigura, il tutto ambientato in un piccolo teatrino come elemento scenico fisso da cui dalle quinte entrano ed escono i personaggi in scena.
Con Mozart questo concetto funziona bene e alla fine diverte perché la creazione di Neuenfels è senza tempo, anche se i costumi ripropongono un settecento di maniera e funzionali alla trama, risolvendo in maniera pratica anche le parti di dialogo lasciando quindi liberi i cantanti di concentrarsi sulla musica. I cantanti e attori interagiscono tra loro come figure speculari o creando una doppia situazione in cui le controfigure si muovono a gruppo in autonomia rispetto ai cantanti, nei momenti dei dialoghi. Del resto la provocazione modernista di Neuenfels traspare nella riscrittura che ha fatto dei dialoghi adattandoli con riferimenti alla contemporaneità o alle situazione pratiche dell’accadimento in palcoscenico concentrandosi al meglio sulle dinamiche di gruppo nel far scaturire situazione comicamente assurde come l’inserimento di una danza degli uccelli con i bambini in cui Pedrillo deve incubare un uovo di struzzo di grandi dimensioni, che fa tanto reminiscenza della accoppiata volatile Papageno e Papagena del Flauto Magico.
La direzione musicale affidata Cornelius Meister a capo dei Wiener Staatsoper Orchestra offre una lettura articolata della partitura, accentuando quelle sonorità “alla turchesca” che Mozart inserisce abbondantemente specie a caratterizzazioni dei personaggi orientali e del breve inserimento del coro iniziale. Dal punto di vista vocale ci si sarebbe aspettato qualcosa in più. Nei panni di Konstanze, il soprano Sofia Fomina, pratica del ruolo, ha dando l’impressione di aver perso lucidità nelle agilità, preferendo offrire una coloritura decisamente più scura nel definire il personaggio.
Mentre decisamente effervescente la Blonde del soprano spagnolo Serena Sáenz, capace di dimostrarsi estrosa e ribelle, carattere che ben si asseconda al Pedrillo del tenore Michael Laurenz estroso nel definire e marcare il suo personaggio in stile Commedia dell’Arte. Non ben definito anche se corretto il Belmonte di Sebastian Kohlhepp, mentre autoritario nel porgere in maniera brusca e diretta la sua parte di Osmin il basso Antonio Di Matteo. Christian Nickel, attore del Theater in der Josefstadt, nel ruolo parlante di pascià Selim, si presenta con una recitazione a tratti violenta e nervosa delineando un personaggio che tiene a bada i suoi istinti predatori nei confronti di Kostanze, sua favorita ma sostanzialmente generoso e aperto alle ragioni dell’altro e di un’altra percezione di civiltà. Nel finale cita una poesia di Mörike dedicata al cammini e alle nuove stagioni.
Teatro esaurito in ogni ordine di posti, con pubblico vario per età e provenienza geografica; tanti gli applausi durante lo spettacolo e particolarmente entusiasti al termine con numerose chiamate al proscenio della piccola ribalta scenica.
Federica Fanizza